sabato 20 dicembre 2008

Mario Delle Filippine

Mentre la Guardia di Finanza terminava di rovistare nei cassetti del moi ufficio e sistemava le ultime scartoffie da portare via.Mentre io osservavo dalla finestra alle spalle della mia scrivania cosa capitava al mondo.Mentre la mia poltrona in pelle sulla quale ero seduto continuava a ruotare di 180 gradi ad ogni domanda dei finanzieri.Mentre il telefono diabolicamente squillava ogni 30 secondi e alla cornetta non rispondeva nessuno.Ancora la Guardia di Finanza insiste con supponenza sul fatto che sono stato un coglione a farmi raggirare in quel modo.Ancora io rimango basito di fronte alla calma e alla quiete apparente che continua imperterrita a fluire al di là della vetrata.Ancora funziona bene la mia potrona in pelle,prodotta dalla mia azienda come Dio ha comandato.Ancora quel cazzo di telefono trilla prendendosi gioco di me restando in silenzio.Immagino che il chiamante sia Mario.Vorrei fosse lui.Per ricoprirlo di volgarità e minacce.Anche se so non servirebbero a nulla.Ma mi sfogherei.Pure i finanzieri mi avallerebbero qualsiasi obrobrio nei suoi confronti.Mario,l'amico di sempre,di una vita.Persona fidata.Mario che ora è da qualche parte nelle filippine.Con i soldi dell'azienda che abbiamo aperto là assieme,come sede secondaria della ditta principale in Italia.Da un controllo hanno scoperto che io non avevo più un euro.Non mi ero accorto di essere nella merda fino al collo.La Guardia di Finanza se ne va.Non saluta.Fa finta di niente.Come il mondo là fuori,come la poltrona sulla quale dondolo.Come Mario che se la starà spassando.

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